Siamo rimasti soli in questa valle di fango Stampa
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CasamicciolaNews - Cronaca
Scritto da Ida Trofa   
Martedì 24 Novembre 2009 16:10

Siamo rimasti soli in questa valle di fango

Parte il turismo culturale sui luoghi del disastro.
Un week end di lavoro allo stadio terminale caratterizzato dalla presenza di tanti curiosi e visitatori che hanno raggiunto i punti più colpiti ovviamente in “carrozza” sin dove era possibile. I vigili del Fuoco smobiliteranno il loro presidio fisso in giornata. Inizia oggi la chiodatura del reti a via Mortito.

Il sindaco in visita al PDL napoletano strappa l’impegno di veicolare a Montecitorio il caso Casamicciola. Resta la speranza in un fronte comune di lotta politica ed amministrativa. E così Casamicciola dopo 13 giorni, di fango, polvere ed incessante lavorio di uomini e mezzi, lentamente si avvia verso il ritorno ai giorni soliti, normali e senza gli affanni di una vita appiattita e stravolta da un fiume di terra e acqua. Tanto che, appena riaperta la statale e con le strade quasi libere sui luoghi dell’alluvione si alimenta e cresce il “turismo culturale”. Le gite su in montagna, per le strade e nelle piazzette devastate e stravolte di chi sin’ora aveva sentito parlare della calamità casamicciolese solo attraverso i media. Tra venerdi e domenica, ma soprattutto domenica in tanti si sono fiondati, ovviamente con l’auto fin dove è stato possibile, praticamente ovunque, per “vedere”. È stato infatti un week end di lavoro allo stadio terminale per i tecnici dell’unità di crisi, Genio Civile, Vigili del Fuoco e protezione civile che stanno ultimando lo stombamento degli alvei e la pulizia dei sistemi fognari saltati a Piazza Bagni e via della “Lava”, unitamente all’opera dei Vigili del Fuoco che si sta adoperando per liberare la foce di Fasaniello sotto Negroponte, dove la presenza del vecchio stabile delle Terme Immacolata sta determinando notevoli difficoltà. Ma già oggi i Vigili del fuoco lasceranno il paese con l’imperativo di chiamare ad ogni necessità, lasciando il compito alle ditte, al genio civile ed alla protezione civile di fare il resto. Oggi stesso si inizierà ad installare le chiodature con le reti necessarie per il recupero del versante di Via Mortito. Gli sfollati sono passati da trecento a poco più di ottanta ed il Vescovo andrà a trovarli per tributargli la propria vicinanza ed il sostegno morale. È prevista anche per oggi la definizione del nuovo piano di protezione civile locale approntato dall’UTC del Comune di Casamicciola Terme e al quale oggi stesso il sindaco darà il suo avvallo.
Eppure in questa fase il tanto vagheggiato governo della salute pubblica sembra venir meno. Il sindaco è solo, e, caso strano, riceve più appoggio e comprensione da chi sin’ora era stato messo al margine. Da amministratori che come cittadini sentono  forte la ferita dell’evento tragico che  a colpito il paese bloccandolo in ogni suo aspetto anche minimo. Una sottile vena polemica anima i suoi consiglieri e nello strenuo tentativo di trovare portavoce autorevoli al Governo ogni porta appare sbarrata e tutte le promesse si confermano, sin ora, una presa per i fondelli. Anche i rappresentanti isolani alla Provincia assicurati 500mila € per la calamità e quasi 700mila € per una strada a Lacco Ameno, l’hanno lasciato a piedi. Ieri mattina il sindaco D’Ambrosio sarebbe dovuto partire con la delegazione del PDL capeggiata da De Siano e dai suoi Castagna,  Mattera e Frallicciardi alla volta di Napoli per incontrare l’on. Labocetta, peccato però che tutti siano partiti prima senza avvertirlo. Non si è invece presentata all’appuntamento la rappresentanza dei cittadini voluta dall’associazione Isola Verde. Almeno, però, seppur arrivando dopo i suoi ciceroni D’Ambrosio è riuscito a strappare l’impegno del PDL, di Labocetta e Cosentino in particolare. Un impegno   ed una disponibilità a seguire questa vicenda pur sempre assicurato da un sottosegretario all’Economia, Cosentino, anche se nel pieno di un turbine giudiziario. Oggi stesso il sindaco invierà loro tutti gli atti riguardanti il “caso Casamicciola” agli onorevoli del PDL che la sottoporranno al vaglio anche di Giovani Letta. In merito però il sindaco appare almeno speranzoso: “Io posso essere certo di quel che farò io e di quel che dico di poter fare facendolo! ”, afferma il primo cittadino D’Ambrosio commentando l’esito dell’incontro napoletano, “Certo abbiamo parlato con un esponente del Governo con il quale ci ritroveremo anche a Roma mercoledì per ridiscutere al questione. Ma per il resto abbiamo solo delle promesse e molti impegni presi. E non possiamo certo lasciare a queste le sorti del paese. Dobbiamo impegnarci al massimo per ottenere il meglio per il bene del paese perchè le cose da fare per renderlo sicuro, ma anche per riattivare l’economia, sono ancora tante e tante sono le risorse economiche di cui necessitiamo per questo”, conclude D’Ambrosio. Dunque non basta il contributo regionale e provinciale, non basta promettere la devoluzione dei Fondi ANCIM e di quelli per le festività natalizie, servirebbe che almeno ognuno si assumesse le sue responsabilità lavorando per il bene della comunità senza scrollarsi le spalle  certi che il problema è di qualcun altro.
Visto il disinteresse generale e la scarsa concretezza di chi sin’ora ha fatto solo passerella politica ed elettorale distribuendo ora spiccioli, ora stanziamenti cospicui, ma sempre miseri a fronte delle opere che doveva fare e non a fatto, per rimettere in sesto la montagna servirebbero i “contadini”. Ma dove li troviamo? Bruciano ancora ai “miracolati” della furia di acqua, terra e massi le parole di Bertolaso che hanno gettato la croce sulla popolazione, brucia la superficialità con cui negli anni si è trattato il rischio e con cui si continua a trattarlo. Resta che C´era un progetto del Genio civile di Napoli per interventi su tutti i valloni, importo 10 milioni, con fondi del commissariato di governo e Protezione civile.  La sovrintendenza ai Beni ambientali l´ha bocciato. Resta che anche lo steso comune aveva chiesto ed ottenuto finanziamnti per i valloni ma è arrivata sino alle foci eccetto per il lavoro al Pozzillo. Resta che non abbiamo mai provveduto al piano di protezione civile che ora c’è d’obbligo. Resta che ora dovremmo impegnarci tutti senza polemiche e prese di posizione per risollevarci dal baratro prima che sia troppo tardi. Unitamente alla necessità di reperire fondi e dunque di ottenere lo Stato di Calamità che sarà funzionale a tutte una seri di opere di cui si farebbe carico il governo, occorre liberare il centro dai prodotti alluvionali che vanno smaltiti. Prodotti non pericolosi riutilizzabili ma non ad Ischia. In ciò la preoccupazione è per il business delle discariche. Chi controllerà? Il fango è stato definito un rifiuto speciale non pericoloso: è pulito eppure l’Arpac l’ha definito rifiuto e non potrà servire a contrastare l’erosione della costa. Il materiale acquistato per le opere di rifioritura dei litorali erosi costa 24 euro al metro cubo. Facciamoci tutti portavoce di iniziative e manifestazioni che impediscano lo sperpero inutile di sodi e fondi che potrebbero servire alla ricostruzione.

Ultimo aggiornamento Martedì 24 Novembre 2009 18:23