La forza della ragione blocca la demolizione Stampa
Valutazione attuale: / 0
ScarsoOttimo 
CasamicciolaNews - Cronaca
Scritto da Ida Trofa   
Giovedì 21 Gennaio 2010 20:29

La forza della ragione blocca la demolizione

Casamicciola non si lascia abbattere.
Centinaia di persone in strada a manifestare e a sostenere il “vizo di forma”. Con loro anche Nuccia e Vincenzo Lauro vittime dell’abbattimento procidano. Una vittoria amara che non da fiducia e mantiene in allerta i “demoliscion bloc”, ringraziati più volte da Luigi e Raffella allo stremo delle forze. E' stata sospesa per motivi di ordine pubblico la demolizione programmata per oggi. Una diga di uomini e automezzi è stata creata dai cittadini e dai militanti del movimento per la prima casa.

Grande presenzialismo della politica locale, molti i volti noti delle amministrazioni di Casamicciola e Lacco Ameno. Via vai di legali. Per ore la folla è rimasta appesa al filo del telefono in attesa di notizie dalla pretura dove l’avv. Molinaro ha presentato nuova istanza al giudice Carbone. Attimi di tensione si sono vissuti all’arrivo del carro gru per la rimozione dei veicoli e dei pompieri per il taglio dei lucchetti alla cancellata di ingresso. I Celeri della polizia entrano in contatto con i manifestanti a mani alzate. Solo dopo il precetto forzato di una donna e di un uomo la situazione si è distesa in attesa di notizie. Notizie confortanti giunte intorno alle12.15. Per tutta la giornata e la notte successiva i manifestanti si sono assiepati dinanzi casa Impagliazzo distribuendo volantini per arruolare sostenitori e forze. Organizzati bracieri di fortuna ed una maxi fagiolata con salsicce offerte dalla chef di casa Impagliazzo, Nicola.
“A Ischia e Casamicciola  esiste la condanna a morte! Ed il plotone di esecuzione sta qua, con i caschi e i bastoni in mano, con gli scudi”, grida a squarciagola Vincenzo Impagliazzo, granitico settantenne zio di Luigi che non si lascia intimorire dalle squadre antisommossa e con il suo furgone fa fronte alla barricata prima di salire dalla postazione del Pino gigante zappa alla mano. È un clima teso e preoccupato, quello che si respira a Montecito. Alle 4.00 via la fornitura elettrica, all’alba l’arrivo delle prime pattuglie della polizia a metà mattinata il resto. Polizia in tenuta antisommossa, 112, Vigili Urbani, addetti comunali a sostegno dell’operazione di sgombero. La paura ed il timore di non farcela, la tensione poteva essere tagliare con il coltello. Alla fine però il dramma, la comunione e la condivisione vissuta la notte precedente e nelle ore successive con Luigi e Raffella, la piccola Anna, distrutti, ha cancellato ogni cosa. La consapevolezza dell’ingiustizia ha fatto da malta a donne, uomini, ragazzi ed anziani unitisi compatti ad ergere una diga impenetrabile. Una diga di uomini e automezzi è stata creata dai cittadini e dai militanti del movimento per la prima casa. Una diga che ha protetto la vita, una diga che ha protetto una famiglia indifesa dinanzi alla violenza con cui si applica una legge ingiustamente inesorabile con i più deboli. Una diga che ha fatto da riparo ad una situazione che appariva all’epilogo. Una diga che ha aperto gli occhi dinanzi alle verità inoppugnabili della giustizia: Impagliazzo aveva presentato già una istanza in sanatoria nel 1987 ai sensi del detto condono ’85 più una del 2004 i sensi del terzo condono per opere di edilizia minore e pertinenziali.  Alla fine la forza della ragione ha vinto. Hanno vinto i manifestanti ha vinto il diritto delle carte che ha dato la speranza. Ha vinto il diritto a rivendicare una legge uguale per tutti se si considera che con il nuovo piano casa sono possibili ampliamenti e rifiniture di un certo peso!
Centinaia di persone barricate l’una affianco all’altra, camion, auto furgoni, tutto gli faceva scudo e tutto ha reso impossibile una demolizione programmata per martedì 19 gennaio e che nessuno sembrava poter scongiurare. Una demolizione annullata per motivi ignoti ai più. Ordine pubblico?Improbabile! Forse alla causa ha dato un grosso contributo l’incidente di esecuzione presentata in extremis Giovedi 14 gennaio al giudice Somma del tribunale di Ischia. L’ulteriore istanza del 15.01 presentata ai procuratori della Repubblica Aldo De Chiara e D’Alessio per l’istanza di sospensione dell’ordine giudiziale a tutela degli istanti che il 26 febbraio dovranno discutere l’incidete di esecuzione e l’esistenza di precedenti sanatorie quale quella dell’87 e l’ultima istanza di sospensione presentata martedì mattina stesso a tutela del diritto giurisdizionale per la sospensione in attesa del giudizio al giudice Carbone. Tutto predisposto ed articolato dal legale’avv.Molinaro. Acclarato ciò, è certo, sopra ogni cosa una vittoria delle gente, finalmente!
Una vittoria amara che non da fiducia e mantiene in allerta i “demoliscion bloc”, ringraziati più volte da Luigi e Raffella allo stremo delle forze. Attimi di tensione si sono vissuti all’arrivo del carro gru per la rimozione dei veicoli e dei pompieri per il taglio dei lucchetti alla cancellata di ingresso. I Celeri della polizia entrano in contatto con i manifestanti, prima senza protezioni contro la folla a mani alzate. Poi dopo il precetto forzato, con corpo a corpo e trascinamenti violenti, di una donna e di un uomo hanno cominciato ad indossare i caschi, manganelli e scudi alla mano sembravano pronti a da entrare in azione a sgomberare il campo. Nel frattempo il carro gru a fatto dietro front, qualche telefono è squillato è giunto sul posto Molinaro che ha dialogato a lungo con gli agenti del commissariato locale, con il vicequestore Marinelli. Finalmente la situazione si è distesa ed in clima surreale per ore si è stati sul chi va là in attesa che le vie legali potessero aprire uno spiraglio. Per ore la folla è rimasta appesa al filo del telefono in attesa di notizie dalla pretura, ma anche dalla questura. Notizie confortanti giunte intorno alle12.15 ed accolte come una liberazione tra le lacrime versate con amarezza e rabbia per il trattamento subito Grida di gioia e di giubilo, manifestazioni di sollievo inni a Luigi, Raffaella al caparbio Savio, a Molinaro si son levate dalla folla che ha prima portato in trionfo Domenico Savio e poi “Luigiotto”Impagliazzo. Grande presenzialismo della politica locale, molti i volti noti delle amministrazioni di Casamicciola e Lacco Ameno. Via vai di legali. Per tutta la giornata e la notte successiva i manifestanti si sono assiepati davanti casa Impagliazzo distribuendo volantini per arruolare sostenitori e forze. I “Demoliscion bloc non hanno mollato” e rifocillati da una succulenta cena consumata in piedi poco prima della mezzanotte hanno vegliato protezione della piccola casina di Montecito. Sono stati infatti organizzati bracieri di fortuna ed una maxi pasta e fagioli con salsicce fresche, innaffiate da buon vino e forti digestivi, offerta dalla chef di casa Impagliazzo, Nicola. Sono continuate nel mentre le richieste di adesione con un volantinaggio spinto su tutto il territorio per reclutare nuove forze e sostegno.Un successo piccolo che resta comunque un successo. Quando la Polizia è arretrata quasi marciando per abbandonare il presidio sotto il pino gigante facendo intendere di sospendere l’esecuzione dell'accesso all'immobile da demolire, in base ad una sentenza penale passata in giudicato, subito i dubbi e le paure di un bluff sono serpeggiate facendo precipitare nuovamente nella paura la gente che però ha retto tenendo duro. Comincia la battaglia sociale!