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CasamicciolaNews - Cronaca
Scritto da Ida Trofa   
Venerdì 29 Gennaio 2010 10:38

Casamicciola: Ruspe sulle case dei vinti

Tutto si è compiuto e la solidarietà non è bastata ad evitare una palese ingiustizia. Cade sotto i colpi di una palameccanica, la democrazia e la civiltà, cade il nido di Luigi, Raffaella ed Anna Impagliazzo, cade il diritto degli ischitani che non hanno diritto ad una legge uguale a quella del resto d’Italia. Scene di guerriglia urbana ? No, Scene di opposizione fatta da disperati! Scene di  sangue dolore, scontro tra giustizie. Decine di feriti non gravi e tanta ipocrisia , dinanzi ad un dispiegamento imponente di mezzi ed uomini, dinanzi alle telecamere di Stato.

L’ordine di servizio per le forze dell’ordine e le autorità locali parla chiaro: Casa Impagliazzo deve andare giù con le buone o con le cattive. Dalle 2.00 di giovedì tutti a disposizione e chi rifiuterà di rispondere alla chiamata sarà denunciato alle autorità ed alla magistratura. Il procedimento vale anche per i dipendenti comunali ed i tecnici che non risponderanno alla chiamata. Intimata la messa a disposizione del 118 del Rizzoli e di un Ospedale a Napoli. Celle pronte ad Ischia. 300 agenti Allertati, 170 operativi a scaglioni: la demolizione sa da fare! Arrivano, sono le 2.25! Fallita la prima carica dopo il superamento, a suon di manganelli sugli scudi, dei blocchi infuocati e delle barricate dimostrative, decine di fermi, poi le mazzate ed i trasporti al Rizzoli a mezzo ambulanza. Si attende l’alba e l’arrivo da Napoli anche del Battaglione Carabinieri per chiudere le vie di accesso dal Maio. Questo, dopo che gli agenti di Polizia e Carabinieri hanno facilitato lo sfollamento delle centinai di manifestanti pacifici ed in preghiera, ai più timorosi di fare rientro alle proprie abitazioni proprio dal Maio, dove l’acceso, anche causa guasto ad un compattatore RSU non era stato possibile neppure per le forze dell’ordine. Decimato il contingente antiabbattimento, l’offensiva mattutina è poi stata semplice. Nessuna buona nuova dalla pretura di Ischia, Carbone attende il confronto congiunto con il Procuratore, il giudizio sul ricorso è fissato per il 27 febbraio. Intanto la casa va abbattuta ad ogni costo. A nulla valgono le mediazioni di Molinaro le voci contrastanti, i mugugni di speranza dati dalla presunta discussione dell’emendamento blocca esecuzioni di Alfano da presentare alla seduta straordinaria del consiglio dei ministri di ieri. Inevitabilmente la seconda carica per liberare le vie di accesso alla casa è stata la più cruenta nonostante l’invito del viceprefetto di Napoli a sfollare e liberare il passaggio. Così le vittime, pur non gravi, si sono contata a decine tra manifestati e forze dell’ordine. I più gravi sono il dirigente di Polizia Peluso che ha rimediato un colpo di “ceppone” alla fronte, suturato con tre punti,  lavati poi a calci nel culo, al primo povero disgraziato, tra l’altro disabile.  Non un manifestante, ma semplice residente che suo malgrado si è trovato sul marciapiedi dove è finito lo sfortunato agente a seguito del colpo avuto nel primo corpo a corpo. Ancora nel secondo impatto la sospetta frattura di tibia e perone, ricavata da una donna madre di sei figli caduta nel tentativo di opporsi all’arrivo delle ruspe.« Dovete capire a noi non far piacere demolire ma facciamo il nostro lavorio ha dichiarato- l’operaio della ditta che avrebbe dovuto effettuare la demolizione a mano come da preventivo e che invece si è avvalso della collaborazione di un palista con tanto di ruspa giunto per l’esecuzione indossando tutte le dotazioni di sicurezza, Hogan e bomber DOOA compreso, ma senza elmetto protettivo, ne cicalino di retromarcia sul mezzo meccanico-  purtroppo noi eseguiamo gli ordini!». È proprio vero ognuno fa il proprio dovere, ognuno per la sua parte ed ora a nulla valgono le parole tutto si è compiuto. Alle 18,24 la casa di Luigi e Raffella ha resistito ai colpi della pala, il tufo ha retto, l’intelaiatura di calcestruzzo pure, il solaio tiene. Dopo lungo faticare sono cadute le due camere da letto ed il corridoio, oggi cadrà il resto.

LA SOLIDARIETA’ DEL VESCOVO 

Il Vescovo durante la notte ha portato il suo messaggio di solidarietà e di auspicio alla pace ed alla non violenza. Il parroco Don Gino è giunto sul posto come Don Pasquale Sferratore ed, ai canti ed alle preghiere di speranza, ha aggiunto il suo personale e gradito auspicio: « Il Vescovo esprime la sua personale vicinanza e quella della Chiesa alla famigli impagliazzo ed  alla popolazione. Purtroppo a nulla son valse le sue preghiere e le esortazioni epistolari inviate alla autorità- ha dichiarato alla folla Don Gino- l’invito è di non cedere alle provocazioni, ne di fronte ad atti di violenza, nel rispetto dei dettami cristiani ». A questo Don Pasquale Sferratore ha aggiunto un esortazione alla forza e al coraggio ed alla vicinanza tra le genti nei momenti di sconforto.

LA GENTE CHE NON HA VOCE GRIDA LA SUA TRAGEDIA

Arrivano i pompieri, i carri gru, la ruspa del genio civile, si rinserrano le fila dei cellulari, tre camionette della polizia, centinaia di agenti contro centinaia di cittadini ognuno per il diritto alla giustizia. « Siamo compatti difendiamo la casa di Anna. Preghiamo per gli agenti, diciamo un ave Maria- e giù ad intonare un coro di Ave o Maria sotto la voce guida di Rosa Iacono a cui non è servito recitare tutto il rosario per evitare il compimento del disegno demolitorio ». Alle 6.45 arrivano i rinforzi:« Sono il Vicequestore di Napoli, in nome della legge, scioglietevi, dobbiamo far eseguire il provvedimento del giudice», dichiara il dott. Giuseppe Bisogni. Non valgono gli appelli è carica, i pompieri arrivano ai cancelli e giù di flex, le donne incatenate vengono, sciolte ed allontanate. « Ma perchè non si può aspettare che arrivino notizie dal giudice in merito ai ricorsi. Assettiamo il 27 febbraio. E poi, ora che ci sono tutti questi emendamenti per salvare le prime case ed il Condono Terzo, perchè questo accanimento contro Luigi- si chiede la gente attonita- forse perché nell’Hotel sotto Luigi viene a villeggiare un potente giudice, a cui qualcuno mostra i suoi fastidi per i vicini?». I tanti che avrebbero voluto sostenere il blocco rimangono assiepati oltre i presidi delle forze dell’ordine e dai tetti osserva e grida: « Oggi è finito il rispetto della legge e delle divise. Di uno Stato ladro che tutela le case ischitane dei giudici e dei magistrati, gli alberghi dei sindaci e le speculazioni dei suoi assessori». L’evi interviene, stacca l’acqua, sono le 10,45, papà Leonardo Impagliazzo dal pino gigante urla la sua rabbia, sputa fuori il suo veleno e non ha mezzi termini, colpisce tutti e racconta la sua trafila, la sua vita di sacrifici, il dolore per la sua nipotina a cui non saprà che raccontare. È ora di andare avanti, la ruspa avanza, ci sono i camion, attimi di tensione per liberare la stradina in forte pendenza ed umida. I camion, in sosta non riescono a scendere ci sono incidenti vengono fermati i proprietari, poi si libera con gravi difficoltà ed anche la ruspa nel salire slitta e rischia di capovolgersi, serve segatura ed i pompieri preparano la strada son le 11,45 ed un uomo si sente male sotto casa Impagliazzo, il 118 effettua il soccorso trasporta l’uomo al Rizzoli. Alle 12,00 arrivano i giornalisti di Stato, noi no noi rimaniamo assiepati nele nostre postazioni, noi non abbiamo accesso, noi raccontiamo storie, storie di amore, di patos e di parte, storie che stanno con i cittadini, mai con i potenti!La folla grida: « Bravi, Bravi, andate via, venite adesso, per stravolgere la verità, venite al circo per vedere il popolo degli abusivi e dei cacconi». Molinaro alza le mani: « andremo avanti, ricorreremo alla corte suprema. Questo è un caso limite! L’unica casa ad essere abbattuta in Italia con il Condono dell’’85 !»

UN PREVENTIVO DI DEMOLIZIONE GONFIATO ?

La perizia parlava chiaro: 40mila€ voluti per un preventivo redatto sulla base di una perizia giurata per demolire a mano con l’installazione di impalcature ed il lavoro di decine di uomini. Ieri sono intervenuti senza impalcature e senza condizioni di sicurezza, due oprai e due impresari che hanno abbattuto con una ruspa mentre parenti ed amici di Luigi salvavano il salvabile. Certo un bel risparmio di tempo ed economico. Chissà che fine fanno il resto dei soldi? E poi perchè tanta fretta di demolire oggi, se di fatto mezza casa è ancora in piedi e domani si ricomincia? Intanto tutt’intorno alla piana del Salatino tanti ecomostri stanno a guardare, ma nessun o a loro guarda! Si apre ufficialmente la nuova era delle denunce a tappeto per farsi che davvero colpendo uno si educhino cento, primi fra tutti gli intoccabili del bottone. I cittadini annunciano una nuova battaglia di denunce e segnalazioni su abusi edilizie in corso e già in essere, con tanto di ricostruzioni storiche dettagliate.

I FERITI

Decine di feriti non gravi tra agenti e manifestanti. Dati ufficiali alla mano dal 118 sono stati soccorsi un dirigente, Luigi Peluso, per ferita lacero contusa alla fronte dovuta al colpo con oggetto contundente: tre i punti di sutura. Un agente con una forte lussazione alla spalla. Una donna del blocco cittadino con sospetta fratturare alla tibia ed al perone. Un uomo presente in un presidio sulla casa da demolire, colto da un pericoloso sbalzo di pressione che ne ha reso necessario il trasporto in ospedale. Un manifestante con contusioni ad un braccio e diverse persone con bernoccoli alla testa. Insomma tutte ferite non gravi per fortuna, mai gravi come quella insanabile del povero Luigi e le sue donne, vittime di un dramma che nessuno potrebbe mai augurare ad altri. Speriamo allora che il sacrificio di pochi possa servire a tanti eccetto ai potenti amministratori del “sistema Ischia”, rimasti impassibili ad assistere alla finestra nei di della merla, quando la civiltà e la democrazia sono stati sconfitti in maniera schiacciante e  questo nessun racconta storie di parte potrà mai negarlo. Almeno che non racconti storie per sentito dire e mai dalla trincea degli accadimenti.

Ultimo aggiornamento Domenica 02 Dicembre 2012 19:01