Rinvenuta un'antica cisterna nel cuore di Perrone a Casamicciola Stampa
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CasamicciolaNews - Cronaca
Scritto da Ida Trofa   
Sabato 20 Novembre 2004 17:34

Rinvenuta  un'antica cisterna nel cuore di Perrone a Casamicciola

Stando alle ricostruzioni degli anziani del paese la stessa sarebbe una delle due realizzate nel popoloso borgo all’indomani del tragico terremoto del luglio 1883.
L’incredibile scoperta nel corso dell’esecuzione dei lavori per la ripavimentazione di p.zza V. Emanuele.
Il grosso involucro rettangolare coperto da una volta a botte convogliava le acque pluviali e costituiva una importantissima riserva idrica per il fabbisogno dell’intero centro abitato, sconosciuta al locale ufficio tecnico era invece impiagata come fognatura da alcuni residenti.

C’è chi sostiene che l’uomo mai sarà a conoscenza di ciò che appartiene alle sue radici e alla sua storia. Ma a volte il destino, lo svolgersi degli eventi ci riserva incredibili sorprese e ci svela fatti e curiosità del nostro passato che mai avremmo potuto scoprire e conoscere altrimenti, forse magari nei casi più fortunati apprendendole dalle parole e dal linguaggio di chi a differenza nostra quei fatti e quelle radici ha contribuito a realizzarli.
È il caso delle “ Piscine di Perrone”, due grosse cisterne di forma rettangolare, costruite nel dopo terremoto del luglio 1883 a costituire l’unica ed indispensabile fonte di approvvigionamento idrico dei popolosi rioni baraccali sorti nel cuore della cittadina termale. Tutti le avevano scordate, forse qualcuno le rammentava, così, in maniera astratta, qualcun altro ne sfruttava furbescamente le proprietà e le caratteristiche, per le proprie esigenze domestiche… scarichi fognari e via discorrendo . Per circa un secolo queste hanno costituito la risorsa acquifera dei vari quartieri che vi si ergevano al di sopra, raccogliendo le acque pluviali convogliate dai tetti delle unità costituenti la baraccopoli ottocentesca, attraverso impluvi collegati alle diramazioni dell’articolato sistema di canali e tubature ad intercapedine. Simbolo, dopo la ricostruzione, della speranza e della voglia di rinascita di Casamicciola, unitamente alla basilica pontificia di Santa Maria Maddalena.
L’incredibile rinvenimento, la mattina di venerdì ultimo scorso, nel corso dell’esecuzione dei lavori di ripavimentazione della piazza Vittorio Emanuele.
Nello scavo e del livellamento del fondo stradale, è stata ritrovata, infatti, parte della caratteristica copertura: una volta a botte posta in opera secondo le antiche tecniche del secolo. Di qui la temporanea sospensione dei lavori quando già la sommità del notevole giacimento era ormai stata completamente distrutta nell’ignoranza di quanto era misteriosamente capitato davanti ai loro occhi, e che soprattutto svelava ad una rapida considerazione un enorme “ pozzo nero”. Ingente il quantitativo di liquami , poi ripuliti, rinvenuti al suo interno e pare immessi mediante una condotta di provenienza ignota (?!!)
Tanto da richiedere il tempestivo intervento dei tecnici comunali responsabili per la assunzione dei necessari pareri e considerazioni in merito, necessari alla ditta Verde, appaltatrice dell’opera, al prosieguo delle attività, prima fra tutte la rapida e discreta ostruzione delle servitù “abusive”, così che di queste non ve ne è più traccia, allo stato e nei commenti dei primi testimoni…della serie:“ zitt’ zitt’ into o mercato!”. Intanto le operazioni restano ferme in attesa della decisione che ridisegnerà le sorti e l’eventuale sfruttamento della vecchia piscina perronese. Varie le ipotesi avanza per un suo eventuale impiego futuro, tra queste quella più accreditata sembrerebbe legata all’impiego dei volumi da adibire a deposito sotterraneo.
Scalpore e curiosità ha certamente destato il ritrovamento di venerdì tanto da fare del sito di scavo una vera e propria meta di pellegrinaggio di curiosi e residenti.
Con il riemergere di quell’opera idraulica d’altri tempi son riemersi i ricordi ed i racconti di un tempo, che con il loro rincorrersi ed accavallarsi ci hanno permesso di scoprire che tutti i rioni del post terremoto, dalla Sentinella alla Marina, erano dotati di una propria cisterna, per un totale di cinque, dislocate laddove le fonti naturali non rifornivano il centro abitato, tanto è vero che nella zona di piazza Maio o di piazza Bagni ad esempio no ne furono realizzate. Ancora con l’avvento della pubblica rete idrica esse continuarono ad asservire al fabbisogno della popolazione costituendo una valida alternativa in assenza di forniture.
Solo con l’avvento del collegamento idrico diretto mediante tubature sottomarine con la terraferma l’uso delle “ Piscine” fu definitivamente abbandonato, esse infatti erano impiegate come depositi anche dalle cisterne navali continentali che depositavano in esse il loro carico d’acqua potabile.
Pare ancora incredibile come i tecnici e gli esperti comunali non fossero a conoscenza dell’esistenza di una tale struttura tanto da portare alla sua distruzione, soprattutto considerando che da poco sono terminati i lavori di recupero delle vicine arterie di collegamento… sottoservizi inclusi.
Ultimo aggiornamento Lunedì 11 Maggio 2009 06:40