IL CASO CORSO LUIGI MANZI, QUATTRO SETTIMANE DI PERIZIE E VERIFICHE PER STABILIRE LA CAUSA DELLE INFILTRAZIONI. Stampa
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CasamicciolaNews - Cronaca
Scritto da Ida Trofa   
Domenica 20 Novembre 2005 21:07

Sottosuolo e falde acquifere compromesse. Invasi anche gli scantinati di molti civici ed attività commerciali. Una mistura di oli e residui di sostanze combustibili invade la strada in via di rifacimento sino a ricoprire i marciapiedi mercoledì notte.

Rinvenuta poi alla ripresa delle attività all’alba di ieri porta alla luce quanto accuratamente si stava tentando di celare.Nessuna versione ufficiale ancora fornita, solo congetture ed un’unica certezza, un fonogramma dei pompieri di Napoli intima la chiusura del pozzo artesiano di via A. Manzi o la sospensione dei lavori e la evacuazione dei rioni.


Settimane di accurate e discreta attività, polemiche private, silente ammissione di problematica evidente. Nessuna clamore, nessun veemente rilievo del problema: via Corso Luigi Manzi e altamente inquinata e l’inizio dei lavori per la variante in via di realizzazione ne hanno acuito le problematiche. E forse il silenzio e la volontà di celare il problema è servito proprio a questo, ad evitare di creare allarmismi, ad evitare che i lavori si fermassero, a fingere che tutti noi non siamo in pericolo. A meno che la vicenda, presenza di sostanze inquinanti nel sottosuolo del litorale Casamicciolese, è semplicemente una questione momentanea, relativa ad una particolare congiuntura in cui la strada saddà fare, il progetto deve completarsi e la pompa di benzina deve far spazio alla tanto decantata piazzetta da epilogo del lungo corso pedonale. Ipotesi, congetture, sospetti e nessuna certezza due uniche verità in parte e forse di più collegate.
In primo luogo il verificarsi di un evento da prima privato ora divenuto di carattere sociale cominciato più o meno quattro settimane fa, ma dall’antica memoria.
Il civico che fa da separazione alla via Antonio Manzi ed alla via Maestro Fraticelli e dunque adiacente al distributore Erg rileva la presenza di sostanze inquinanti di tipo combustibile nel suo pozzo artesiano naturale oltre alle forti esalazioni dal tipico odore di idrocarburo. Fatto avutosi con minore intensità, pare già sei anni fa e imputato alla promiscuità delle acque con quelle marine del porto.
Ora l’accusa quasi immediata e diretta: la “ pompa di benzina inquina, c’è una perdita, è pericolosa!”. Intanto da qualche giorno i lavori al corso Luigi Manzi per la prevista variante erano cominciati e nessuna altra ipotesi o possibilità sembrava potesse esservi, e per quanti avevano sollevato la questione e per le autorità chiamate a rispondere della pubblica sicurezza e dunque all’inquietante quesito: “ Cosa sta succedendo?”. Ancora la decisone scontata, sicura e cosciente dei gestori del distributore ERG e della compagnia stessa, leader del settore e dalla indubbia serietà di operatività: l’impianto va testato e controllato. Partono così quattro settimane di verifiche, richieste d’intervento ed attività peritali. I lavori alla strada contemporaneamente vanno avanti, quotidianamente per le perforazioni, così come era stata per la bretella sottostante si consumano oltre 50l di olio combustibile… intanto sembra profilarsi all’orizzonte il caso “pompa di benzina chiusa a Casamicciola bis”, chiusa e mai riaperta! E questo fin’ora era parso nell’intento di quanti dicono di rifare il look al paese che deve essere reso più funzionale. Intanto il problema infiltrazioni inquinanti ed esalazioni si rileva per tutto il corso sino alla piazza. E dunque? Cosa accade?
Il benzinaio, al verificarsi della problematica, ha avvertito l’azienda, limitato l’operatività della struttura e posto in essere tutto quanto giuridicamente richiesto. Perizie geologiche, perizie tecnico dinamiche per appurare che la sostanza presente nel pozzo artesiano oggetto del contendere e che invade con il suo puzzo lo stabile sovrastante non è benzina, non è gasolio, ma un particolare combustibile non collegato all’impianto stesso. Addirittura una squadra di esperti ha sondato il sottosuolo dell’impianto con un esposimetro al fine di stabilire l’eventuale pericolo di esplosioni e scoppi. Ma niente, nessun difetto. A questo punto se tutto quanto è stato rilevato dovrà essere ammesso e reso pubblico, chi ripagherà la ERG per le perdite subite in oltre un mese di blocco e attività a mezzo servizio? Il denunciante? Le autorità amministrative responsabili? E se le cause dell’accertato inquinamento ambientale fossero da imputare ai lavori stradali, al porto? Chi pagherà? Ma soprattutto perché non vengono osservate le misure di sicurezza richieste ed intimate dal corpo vigili urbani di Napoli che hanno seguito i sopralluoghi della squadra locale? Lunedì sera è giunto, infatti, un fonogramma degli stessi che indicavano due possibilità o la bonifica del pozzo artesiano profondo 3.70m e già a livello del mare e che allo scopo dovrà esser interrato con sabbia od altro materiale adeguato, o la sospensione delle attività di cantiere sul corso e l’evacuazione dei rioni. Dunque se tanto mi da tanto e la zona in oggetto è pericolosa anche la piazza va evacuata? La miccia è stata innescata tutte le perizie richieste da entrambe le parti hanno assunto che il pericolo non è l’impianto di distribuzione carburante a quanto pare in piena efficienza sia a pieno carico che vuoto. Eppure un provvedimento va preso.
Giovedì mattina dopo le pessime condizioni meteo delle ore precedenti su tutto il corso Luigi Manzi, strada e marciapiedi compresi, e negli scantinati delle attività commerciali è stata rinvenuta una coltre di acqua mista ad idrocarburi. Un mistero. L’inquietante domanda che si rincorre di porta in porta, ma cosa è successo, da dove proviene questa roba? Tutti semplicisticamente liquidano la faccenda imputano la colpa al benzinaio, inconsapevoli di quanto avvenuto sin ora, le perizie i prelievi e le prove che hanno indicato la sostanza rinvenuta come “olio combustibile”. Un semplice palliativo l’uso di segatura per rimettere in sicurezza il tratto. Insomma una vicenda strana, e preoccupante, visto che sappiamo bene che la bonifica, nella realtà dei fatti, così come in altre circostanze è avvenuto, non verrà fatta e che anche in località come Lacco Ameno sul corso in alcuni tratti le esalazioni di combustibile si rilevano dagli scarichi e dai servizi igienici. Dunque un’altra eventualità potrebbe essere l’alto tasso di inquinamento delle acque del porto sospinte dalla corrente negli interstizi vuoti della costa e dunque fin sotto l’abitato. E pertanto problema sempre esistito ed ora acuito ed amplificato con i lavori stradali che oltre a necessitare di combustibile nei lavori di perforazione hanno ulteriormente rimosso le barriere sottostanti. Solo ipotesi e cause ancora da chiarire certo non collegate al distributore ed uno strano clima di sussurri e attente manovre per non far sapere.