RISCHIO IDROGEOLOGICO: A CASAMICCIOLA RILEVANTI CROLLI A MONTE E A VALLE Stampa
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CasamicciolaNews - Cronaca
Scritto da Ida Trofa   
Giovedì 05 Gennaio 2006 12:15

Disagi e difficoltà per le violente piogge che incessantemente da più di un mese e mezzo flagellano l’isola. Chiusa via Selva Pera, per lo svuotamento di un terrapieno di sostegno alla strada che conduce al centro abitato.
Ancora danni a piazza Bagni, dove si registrano costanti sbracature di terreno su via Nizzola. Cedimenti si registrano in località Fasaniello, Buceto. La cava di “La Rita” ripropone la paura inondazione con la nuova crescita del livello del letto di lava ostruito da detriti e ammassi di ogni genere . Il commento del consigliere Castagna: « a sostenere i costi conseguenti dovrebbe essere chi ha reso questo servizio o il privato responsabile, non certo la comunità»

Il maltempo non da tregua, orami frequenti ed interminabili temporali si registrano dal 22 novembre scorso. La pioggia ha messo a dura prova la resistenza delle strade urbane ed extraurbane, un po’ ovunque. È cossì che anche il 2006 comincia l’insegna del rischio idrogeologico.
Collassi, dissesti, smottamenti, buche e asfalto divelto, sono stati registrati sull’intero territorio isolano, ma le problematiche maggiori risultano essere quelle connesse ai movimenti franosi del terreno, senza possibilità di contenimento o limitazione degli effetti conseguenti. In più versanti delle colline e valli casamicciolesi, il rischio idrogeologico, acuito dal processo iniziato in anni ed anni di mancato risanamento a fronte della continua urbanizzazione, condotta in maniera spudorata soprattutto a partire dalle fasce montane sin sotto i meglio noti “Radar” si fa sentire con preoccupazione ed urgenza investendo l’intero territorio cittadino. Stiamo, parlando, dunque di un paese al pari di altri comuni isolani, scosso e smosso dal continuo incedere delle perturbazioni piovose, dove addirittura piccoli cedimenti, nel segno di precedenti fenomeni, hanno portato alla chiusura di arterie che collegano popolosi nuclei urbani, arrecando gravi disagi alla popolazione. Zone dove il crollo ha riversato cumuli di terreno e fanghiglia in una proprietà privata senza, fortunatamente, provocare danni a persone o cose.
VIA SELVA PERA E VIA NIZZOLA A VALLE
Si tratta, infatti, di via Selva Pera, dove per lo svuotamento di un terrapieno di sostegno alla strada che conduce al centro abitato, le autorità competenti, allertate dai residenti, Vigile del Fuoco in primis ed i Vigili Urbani poi, hanno decretato lo stato di pericolo, ritenendo inevitabile l’interdizione al transito veicolare, per il momento, dell’intera area coinvolta. In verità coscienziosamente e a ragion veduta, seppur contro il parere del responsabile dell’ufficio tecnico comunali, alcuni pubblici ufficiali avevano sollevato la questione inerente l’opportunità di far transitare addirittura i pedoni. Questo vista la gravità e lo stato di precarietà in cui versa l’intero costone su cui poggiano la via d’accesso. Coinvolto, come dicevamo, anche il fondo privato sottostante, appartenente ad un consigliere di minoranza, sul quale è franato il terrapieno e sul quale per problematiche varie e precedenti fenomeni franosi l’intera raccolta di acque pluviale della zona di cui si narrano scaricano. Uno scarico che si va a collegare poi con via Nizzola sulla quale il dilavamento continuo di terriccio e fango dal fondo porta alle frane ed ai crolli che stanno da settimane rendendo insicura e pericolosa la stessa. Tanto da spingere i soggetti interessati ed i residenti a continue diffide e denunce ai danni del comune reo di non intervenire seriamente e drasticamente. Altri invece sottolineano, maliziosamente evidenziando che potrebbe essere stata proprio l’inamovibilità degli organi competenti a creare i presupposti affinché il crollo avvenisse o venisse fatto avvenire. Questo allo scopo anche di spingere più persone alla mobilitazione per far pressione su chi ha l’obbligo d’intervenire.In questa ed in altre zone del paese direttamente collegate a snodi viari principali pare quindi ovvio che urgono provvedimenti di recupero e messa in sicurezza delle coste. Questione oggetto negli ultimi decenni di continue polemiche e contenziosi inerenti.
VIA FASANIELLO A MONTE
Altrettanto notevoli sono i processi franosi e gli smottamenti registratisi in più fasi temporali nelle località montane dell’Fasaniello, di Buceto, della Molara tra via Cretaio e Monte Tabor, che come nelle altre zone del paese non hanno determinato ripercussioni a persone o a cosa, ma solo lievi disagi e forti preoccupazioni in vista di un possibile peggioramento delle condizioni meteorologiche. Un bilancio non troppo rassicurante che con la pioggia e con il passare delle ore favorisce e non diminuisce. Per non parlare poi delle continue difficoltà a cui è costretta la cittadinanza nell’attraversare le aree interessate da interventi di edilizia pubblica. Infatti stando alla ricostruzione dei fatti in quel di Fasaniello dove un intero costone per l’ennesima volta dallo scorso anno è venuto giù sulla strada “nuova di zecca”, i processi franosi e più propriamente la loro pericolosità sarebbe da imputare ai lavori effettuati per la realizzazione di un’arteria carrabile che di rimando ha poi reso possibile la massiccia urbanizzazione che sta interessando proprio quella zona. Perché le autorità non intervengono, come mai tutto appare e diviene lecito nel paese della cuccagna? La strada che conduce a Fasaniello e che collega anche le proprietà della famiglia del primo cittadino da mulattiera montana con sentieri impervi e pendenze proibitive, pur con declivi che superano il 30-40% di pendenza è divenuta carrabile con tanto di regolamentazione del traffico a mezzo semaforo. Come è possibile che un Ente pubblico consenta la realizzazione di opere di tal tipo con tutti i rischi e le conseguenze imputabili? In merito ecco il parere del consigliere di minoranza Antuono Castagna: « I lavori effettuati in zona Fasaniello con un primo tratto di solettamento ed il secondo aggiunto hanno creato uno stato di pericolo perché i terreni a monte non sono stati convenientemente protetti in alcuni tratti da strutture di sostegno e tenuta. In altri addirittura il terrapieno che ha un altezza di circa 6 metri sul piano della strada non è affatto dotato di strutture di tenuta o sostegno. Pertanto siamo certamente in presenza di un fenomeno divenuto oramai una costante che per la mancanza di una congrua previsione progettuale e per la scellerata progettualità di strutture e lavori pubblici comporta l’ulteriore esborso di danaro attinto dalle casse comunali, (Pronto intervento, lavori in urgenza etc, etc). esborso di danaro che a parer mio dovrebbe invece essere attribuito alle casse di chi ha reso questo servizio al paese mettendo in essere quelle infrastrutture o da privato ad esse collegate».
Intanto a Casamicciola continua a mancare un serio ed adeguato piano di protezione civile. Mentre non paiono lontani gli echi dei racconti tramandati dalle genti casamicciolesi a narrare la catastrofe del 1910. Da allora qualcosa sembra essere cambiato… ahi noi!
LA RITA, LA PIAGA MAI SANATA
Eppure per la cava di La Rita la paura resta, essendo orami divenuto un centro densamente abitato dove ai bambini sin da piccoli viene insegnato a convivere con la paura ed il pericolo degli allagamenti. Infatti a seguito del forte acquazzone venuto giù come un diluvio sabato notte, l’intero isolato si trova immerso nel terriccio e nella fanghiglia, che gradualmente si sta rimovendo per azione degli stessi abitanti della zona che come sempre armati di pala e cofani ripuliscono l’alveo intasato e pericolosamente cresciuto di livello a seguito dell’ostruzione dovuta al deposito dei detriti ed alla caduta di un muro più a monte più o meno all’altezza del Ponte della via Borbonica. Non sono comunque mancati i controlli dei tecnici comunali, quanto invece le iniziative per il risanamento più volte auspicato e paventato mai realmente avviato. Questo in caso di tardiva rimozione sarebbe causa di disastri e danni maggiori.