"Dal carcere di Rebibbia: raccolta di favole per bambini"
Dedica del libro Questo libro di favole è dedicato ai miei nipoti Leonardo, Matteo ed Elettra, ma anche a tutti i bambini del mondo e soprattutto agli adulti; che possano meditare e capire più in profondità il messaggio di speranza e di sofferenza che sottende ai vari capitoli.
Primo capitolo "L'assalto alla Città dei Pirati", di Achille della Ragione C'era una volta una città sul mare i cui abitanti vivevano felici e conducevano una vita tranquilla, lavorando e divertendosi. All'improvviso, di notte, si avvicinò alla costa una flotta di pirati, i quali erano abituati a scendere a terra per rubare e uccidere senza pietà. Un brutto giorno dalle torri di avvistamento le sentinelle si accorsero che una flotta di galeoni, con la caratteristica bandiera nera con il lugubre teschio incrociato con le spade, si stava avvicinando e la battaglia era imminente. Che cos'e' una battaglia? Una cosa che non dovrebbe esistere, ma purtroppo esiste dalla notte dei tempi, perché molti uomini sono cattivi. Suonarono le campane di tutte le chiese e tutti gli uomini, anche i vecchi, brandirono le armi per difendere la città. Nonno Achille fu nominato comandante di un manipolo di audaci, pronti anche a morire per difendere la popolazione. Con lui vi erano Albertone, un gigante dalla forza mostruosa, Giorgio, esile ma furbo come Ulisse, Luigi e Giuseppe, i più giovani e coraggiosi, Cristiano, il più veterano che aveva sconfitto tanti pirati in precedenti combattimenti, Jacopo, sopranominato "Fast furious", specialista negli attacchi alle spalle, Tonino il calciatore, che sguizzava veloce lì dove gli scontri erano più cruenti, Luciano, uno zingaro, nero di pelle, ma dall'animo candido e Roberto, un tipo mite, ma che quando si trattava di combattere diventava feroce. Alcuni di questi personaggi li descriveremo in successivi racconti. Appena i pirati sbarcarono, i cittadini li affrontarono con impeto e coraggio; la battaglia infuriò per ore nelle strade e nelle piazze della città. Il sangue scorreva a fiumi e nonostante il valore dei difensori, alla fine i cattivi ebbero il sopravvento, rubarono nelle case e nelle chiese, uccisero centinaia di abitanti: uomini, donne, e bambini e fecero molti prigionieri, tra i quali nonno Achille e tutti i componenti del suo manipolo. I prigionieri, imbarcati in catene su un vascello, furono condotti in una prigione chiamata REBIBBIA, un vecchio castello dove gli sfortunati dovranno rimanere detenuti per un lungo periodo, in punizione per aver osato sfidare la loro furia devastatrice.
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