Dipinto dal pittore John Sutherland Stampa
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Ricerche Storiche D'Ambra - Ricerche Storiche
Scritto da Caterina Sepe   
Sabato 26 Novembre 2011 15:15

Dipinto dal pittore John Sutherland

Il Logo del Centro di Ricerche Storiche d’Ambra per i 150 anni dell’Unità d’Italia in Mostra a Torino.
Domani (25 novembre 2011) si inaugura a Torino (prima capitale d’Italia) la Mostra dei migliori dipinti ispirati alla Bandiera Italiana, con il titolo “Arte in Tricolore”, selezionati dal noto critico d’Arte Paolo Levi, sotto l’egida del Ministero per i Beni e le Attività culturali.

Il Centro di Ricerche Storiche d’Ambra vi ha partecipato con il suo noto Logo, dipinto dal pittore John Sutherland, art director del Centro d’Ambra dagli Anni Settanta ed autore delle illustrazioni dei libri pubblicati dallo stesso Centro, di cui, a suo tempo, la Stampa ha dato ampia informazione.
Si ricorda il poster curato dallo stesso artista , sempre per conto  del Centro di Ricerche Storiche d’Ambra, in occasione del Bicentenario della Repubblica Napoletana del 1799, riscuotendo unanimi consensi  per aver “moltiplicato”, a distanza di 200 anni, gli Alberi della Libertà che videro una gran moltitudine di uomini e donne (si ripensi ad  Eleonora Pimentel Fonseca) immolarsi per la Libertà di cui dovevano godere (senza sforzo e senza rischi)) le generazioni future.
Il Logo del Centro di Ricerche Storiche d’Ambra per i 150 anni, parte da una considerazione politica e di attualità, nel senso che sono indispensabili uomini e donne dotati di alti ideali (come quelli coltivati da Garibaldi nell’intero arco della sua vita) per guidare e favorire la completa integrazione tra Nord e Sud in nome della comune identità italiana (ci ha dichiarato l’avv. Nino d’Ambra).
Inoltre John Sutherland  di recente ha illustrato, con oltre 50 disegni a china, il numero dieci  di “Mondoperaio” ( ottobre 2011) , la prestigiosa rivista mensile fondata da Pietro Nenni.
Il magnetismo coloristico di John Sutherland (fondatore della corrente pittorica Neogestualismo) può essere facilmente esplorato con qualsiasi motore di ricerca su Internet digitando “John Sutherland pittore”, da cui sono state scelte le recensioni che seguono.
Il critico d’Arte Giulia Sillato, nella rivista “Arte” Mondadori (aprile 1997), fra l’altro,scrive: «…… Pare che i colori e le luci dei Mediterraneo abbiano avuto un notevole influsso sulla sua sensibilità coloristica, abile, come si è rivelato, nel far affiorare calde patinature per una necessità pittorica sentimentalmente più coinvolgente. Non è il “segno", ma il gesto che lo precede immediatamente a muovere a spatola quel magma cromatico intessuto di fermenti incontrollati e disinibiti. La sua espressione artistica va ad allacciarsi a radici storiche di scottante evoluzione che comunque non esauriscono la straordinaria carica di magnetismo sprigionante dalle sue opere viste ed analizzate dal vivo. La spatola, oppostamente al pennello, agisce rapida, incisiva e dà l'immagine immediata di ciò che Lui vuole esprimere. L'artista, intimamente munito di cultura umanistica, fa capo alle varie tendenze espressionistiche e astratte del Centro Europa, negli anni '40, in cerca di un punto di fusione. Il grande esodo dei Surrealisti in America è l'evento che fa coagulare le correnti portanti, l'irrazionale e il simbolico. Sutherland si pone esattamente al crocevia dell'esperienza europea e dell'avventura americana: con sorprendente originalità da questa elabora la procedura a colore puro gettato sulla tela con la spatola e modellato con gesto istantaneo (da cui Gestualismo o Neogestualismo), da quella invece estrae il valore parametrico della Storia e dell’ Uomo che gli consente un approccio addirittura letterario e psicologico al soggetto, partecipe del malessere politico e sociale che affligge l'umanità di ogni parte della Terra dalla ricostruzione postbellica in poi, soprattutto se, in un paese come l'Italia, al restauro dei monumenti e alla riedificazione delle case non ha potuto corrispondere quello delle coscienze».
Ancora Gino Trabini, critico d’arte di Ferrara, scrive :«I dipinti di John Sutherland colpiscono anzitutto per il segno, il movimento e la purezza delle cromie. Predomina una rara quanto precisa potenza espressiva. Le immagini nascono da sedimentazioni della memoria e da situazioni e avvenimenti della quotidianità. Non vi è mai alcuna descrittività: gli elementi sono ridotti  ad essenzialità emblematiche, individuabili in particolari atmosfere, da cui traspare la viva partecipazione e l'intensa emozione dell'artista. John Sutherland realizza le sue opere con un linguaggio ai limiti dell'astrazione, tra l'espressionismo e l'informale. Alterna momenti di distensione lirica a vere e proprie esplosioni cromatiche che lo proiettano in una dimensione carica di energia gestuale. E' un artista che riesce fondamentalmente ad analizzare le proprie sensazioni. E' dotato di una grande umanità. E' sincero, autentico, convincente».
Vittorio Sgarbi nel visitare una grande mostra di John Sutherland, allestita presso il Palazzo Reale d’Ischia, ebbe a sottolineare :«……è un gran bel palazzo  del resto lo avevo già visto, ma adesso con i quadri di John Sutherland ci si sente realmente in un mare d’Arte. Complimenti per l’allestimento della Mostra ».
Emanuel V. Borg, professore dell'Università di Malta, così scrive in una recensione pubblicata sulla rivista maltese "In - Nazzion Tagjna" il 25 luglio 1995 (traduzione dal maltese): «Per chi voglia riconoscere, definire ed interpretare la terminologia artistico-espressionistica, è sufficiente dire che Picasso più di Matisse, è uno dei migliori esponenti dell'espressionismo la cui arte si basa più sulla "forma" della linea e sulla composizione che sul colore. La gran parte dell'opera di Picasso è grafica, lineare, monocromatica. L'espressionismo di John Sutherland invece è coloristicamente più intenso e fluente. Una qualità pittorica forte di tendenza esistenziale. Colori fluidi ma non traboccanti. Il suo espressionismo è spontaneo, emozionale, conseguenza di un particolare stato d'animo e di libera e immediata gestualità. Forse uno dei suoi migliori lavori è "Il Passero e l'Aquila Reale", un quadro ad acrilico eseguito a spatola nel 1994. Soggetto tragico e universale. Il dominio della dignità dell'umile e del debole sulla forza bruta del potente, è evidente. Il messaggio politico appare chiaro: il debole alla mercè degli artigli dell'arrogante, di un potente impietoso. La conclusione è del tutto tragica perchè la schiavitù priva l'umanità di ogni dignità. Solamente un popolo che c'è passato può capirlo. Il dipinto "Bosnia 1994" segue la stessa dialettica sociale. Rappresenta la guerra come una cosa maniacale, barbara, violenta, come una morte senza pietà, una vendetta senza giustificazione logica, al di sopra di ogni immaginazione. L'uomo dimezzato dal dolore ed abbandonato a se stesso può trasformarsi nella più feroce e maniacale delle bestie».
Il pittore  Maurizio Valenzi, (già senatore e sindaco di Napoli) nel fare una visita ad una Mostra di dipinti di grande formato di John Sutherland nel 1996, ebbe ad annotare: «E' una grande sensazione vedere in questo palazzo [Palazzo Reale di Ischia ] che respira storia di un ricco passato culturale, ospitare mostre di arte moderna come questa di un pittore di livello europeo.....».
Caterina Sepe (quotidiano “Il Golfo” del 24 novembre 2011,pag.18)

Ultimo aggiornamento Giovedì 09 Febbraio 2012 20:06