Trento: Il Tribunale per i minorenni di Trento ha emesso un decreto in cui si esplicita l’incompetenza e inadeguatezza della giustizia minorile nel nostro paese e di alcuni servizi sociali della nostra Provincia. Stampa
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TrentoNews - Cronaca
Scritto da Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus   
Lunedì 30 Giugno 2014 10:07

Trento: Il Tribunale per i minorenni di Trento ha emesso un decreto in cui si esplicita l’incompetenza e inadeguatezza della giustizia minorile nel nostro paese e di alcuni servizi sociali della nostra Provincia.

Trento. Il Tribunale per i minorenni di Trento ha emesso oggi un decreto in cui si esplicita l’incompetenza e inadeguatezza della giustizia minorile nel nostro paese e di alcuni servizi sociali della nostra Provincia.
“Nel corso dell’udienza il giudice ha affermato, con mio sconcerto, «ora la ‘palla’ passa ai genitori» – ci riferisce Francesco Miraglia, legale della mamma – per prima cosa un bambino non è una ‘palla’ e secondo, non è assolutamente accettabile che un Tribunale chiuda una vicenda, che ha riguardato un bambino allontanato con la forza dai suoi genitori per 4 lunghi anni perché non sa in buona sostanza cosa fare! Ancora più incredibile – prosegue Miraglia – è che lo stesso Servizio Sociale che 4 anni fa aveva sollecitato l’allontanamento del bambino perché la mamma era troppo amorevole oggi chiede la revoca del suo incarico.
Allora mi chiedo: il Servizio Sociale e il Tribunale per i minorenni hanno sbagliato adesso o hanno sbagliato prima? Probabilmente hanno sbagliato sia adesso che prima.
Ciò che mi preoccupa sia come avvocato che come cittadino è la completa impunità di questi professionisti che sicuramente non pagheranno nulla per la sofferenza che hanno causato a questo bambino e alla sua famiglia per 4 anni.
Mi auspico soprattutto – conclude l'avvocato – che l’operatore referente del caso in questione non si occupi mai più di minori e di famiglia.”
La vicenda di questo bambino e di questa famiglia era iniziata con una perizia di una psicologa locale, una perizia che alla luce degli eventi attuali ha evidenziato tutta la discrezionalità e fallacità di discipline quali la psichiatria e la psicologia. Secondo la CTU, infatti, il bambino doveva essere sottratto perché la mamma era troppo amorevole o accuditiva. A nulla sono servite più di 30 dichiarazioni di conoscenti, incluso un monsignore e un consigliere provinciale, che sostanzialmente asserivano che il bambino stava bene ed era felice. Non c’era nessuna evidenza di abuso nei confronti del minore, anzi secondo i documenti delle indagini effettuate sulla vicenda dal comando locale dei carabinieri, che stranamente risultano ancora congelate, le maestre del bambino hanno dichiarato che la consulente e l’assistente sociale avrebbero sostanzialmente tentato di persuaderle a dare un’immagine negativa della mamma, cosa che le maestre si sono rifiutate di fare dato che il bambino stava bene e non manifestava alcun segno di disagio. Nulla da fare, la psicologa aveva sentenziato: il bambino andava allontanato dall’ambiente “pericoloso” (cioè la mamma amorevole) senza alcun reale segno di abuso, anzi in contrasto con le prove oggettive.
Tralasciamo tutte le altre vicissitudini, errori, incongruenze, incluso il fatto che per oltre due anni dopo l’allontanamento il papà non ha mai visto il figlio, e veniamo a oggi e alla sconvolgente conclusione del Tribunale:
“Ritenuto infine che, ferma la necessità di un sostegno psicologico per Lorenzo (nome di fantasia) e per ciascun genitore, la cui attuazione va rimessa all’auspicabile senso di responsabilità dei genitori, si reputa esaurita la funzione del Servizio Sociale quale affidatario del minore, in considerazione degli oggettivi limiti di poter incidere ulteriormente ed in modo produttivo su un assetto relazionale familiare strutturato e poco permeabile come quello formatosi tra la madre e il figlio e tenuto comunque conto della maturazione ed evoluzione acquisite da Lorenzo grazie al rapporto instaurato con gli educatori ed alla ripresa dei rapporti con il padre;
… dispone …
1.    la revoca del collocamento residenziale …
2.    la revoca dell’affidamento educativo assistenziale del minore al Servizio Sociale …
3.    la revoca del … curatore speciale del minore …”
Se traduciamo la frase “in considerazione degli oggettivi limiti di poter incidere ulteriormente ed in modo produttivo” con “non sappiamo che pesci pigliare” e la frase “va rimessa all’auspicabile senso di responsabilità dei genitori” con “ora la palla passa a voi”, forse il decreto risulterà comprensibile anche a chi non conosce il lessico legale.
Questo comitato si auspica, pertanto, che un Servizio Sociale e un Tribunale per i minorenni siffatti vengano rivisti prima possibile e soprattutto che venga inserito anche per questi professionisti quel sacro santo principio secondo cui chi sbaglia deve pagare e non lavarsene le mani!!!
Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus